I primi esemplari di mobilio sono stati rinvenuti, durante gli scavi archeologici, in Egitto, dove era consuetudine inumare nella sepoltura il sarcofago del defunto unitamente agli oggetti che lo avevano accompagnato durante la vita terrena e, a lui molto cari. Intorno al 3100 a.C. il letto, la sedia, lo sgabello, il tavolo e il contenitore per abiti erano già stati inventati. Nel secolo VII a.C. dalla Mesopotamia acquisirono la tecnica del tornio: mobili comodi ed eleganti furono realizzati con legni pregiati attraverso una lavorazione accurata e un assemblaggio con incastri, inserimenti di spinotti o ricorrendo al sistema a coda di rondine. I legni impiegati erano l'acacia, il sicomoro, il cedro e l'ulivo importati dalla Palestina e dal Libano. Decorazioni fantasiose e abbondanti, con trafori e pannelli intagliati, rivestimenti di foglia d'oro e applicazioni in argento, avorio, ebano e maioliche invetriate oggi in mostra nel Museo di Bulak de Il Cairo, ma anche nei Musei di Berlino, Parigi, Londra, Leida, Torino, Firenze e Roma.
Nell'antica Grecia il letto (kline) era un telaio di legno e piano a strisce di cuoio intrecciate sul quale era appoggiato il materasso. Molte sono le raffigurazioni con scene di banchetto il kline in funzione di divano e di letto, tavole quadrate a quattro gambe (trapeza) e a tre gambe (tripous) con piano quadrato o tondo. Per riporre gli oggetti e gli abiti erano utilizzati dei cassoni di legno chiamati kibotos, più tardi compariranno veri e propri armadi a muro. Ai Greci si deve l’uso della sedia (klismos), provvista di schienale, ma priva di braccioli: elegante e funzionale, a metà tra il semplice sgabello e il pomposo trono. Col passar del tempo la semplicità da neofita fu sostituita dall'uso di un repertorio decorativo. Dai mobili greci derivano quelli etruschi e romani. Anche se nelle case dei più ricchi vi furono mobili in bronzo, in osso e in avorio i Romani fecero largo utilizzo di mobili in legno di quercia o di acero, e con lo sviluppo dell'Impero si diffuse anche l'impiego di legni esotici; il letto (lectus triclinaris) era uno degli elementi più importanti dell'arredo domestico, mentre prende forma l'armadio ad ante (armarium): dagli scavi di Pompei provengono esemplari di mobili in legno, vimini e tavolini in bronzo con piano in marmo.
Età Medioevale
Nel Medioevo il mobile di legno, massiccio e dalle forme sobrie, rimane a lungo uno dei pochi elementi dell'arredo nelle case comuni, mentre per le corti ed i grandi monasteri sono realizzati, troni molto elaborati, cofani, reliquari, ecc. con legni pregiati, marmi e avorio. Lo sgabello, spesso in versione pieghevole, derivante dall'evoluzione della sedia curulis dei Romani, è un elemento che perdura nel Medioevo. Tavoli e letti, in genere realizzati con cavalletti sui quali erano sovrapposte delle assi, sono, come lo sgabello, agevolmente trasportabili e non arredano stabilmente le camere, ma sono montati e smontati secondo la necessità, anche il cassone per biancheria e vestiti è spesso costruito in una versione portatile: il baule da viaggio. Solo il modo di vivere organizzato e tranquillo del Monastero e della Cattedrale favorisce l'utilizzo di mobili fissi come banchi, armadi da sacrestia, scaffali per libri, leggii, panche da coro. Nel tardo Medioevo detti mobili sono decorati con trafori, archetti, foglie rampanti, pinnacoli e ogive tipiche delle decorazioni gotiche.
Tra i legni, il più usato è quello di quercia. Cominciano a diffondersi in Europa Settentrionale delle credenze chiuse per la conservazione dei cibi: un tipo particolare costituito da un cassone con ante e appoggiato su gambe che partono da un basamento e detto buffet. Verso la fine del XIII secolo si sviluppa una particolare decorazione dei pannelli dei mobili a forma pieghettata, intagliata a rilievo sul fondo liscio, chiamata a pergamena.
In Spagna il mobilio dell'epoca gotica, prevalentemente realizzato utilizzando legni di alberi da frutta e di castagno, risente dell'influenza orientale, diretta conseguenza della lunga dominazione araba. Tale influsso moresco innesta sulle forme gotiche l'uso massiccio del cuoio, l'utilizzazione di legni policromi e il ricorso ad intarsi minuti. In Italia il mobile gotico si sviluppa nelle zone settentrionali, mentre nel resto del paese l'arredamento adotta ancora delle semplici linee essenziali.
Rinascimento
In questo periodo il mobilio fiorentino prima e quello romano poi, riflettono il recupero del patrimonio artistico e culturale delle antiche civiltà greca e romana.
Il mobile polifunzionale e smontabile del Medioevo, adatto a tutte le stanze e a tutte le situazioni, è sostituito da vari tipi di mobili con caratteristiche e forme precise e diverse secondo l’uso e gli ambienti ai quali sono destinati.
Dal punto di vista costruttivo il mobile rinascimentale, quasi sempre in massello di noce, vedeva i vari elementi tenuti assieme da chiodi di ferro o da semplici incastri, mentre era sconosciuto l'uso della colla. I contenitori avevano schienali composti di più assi disposte orizzontalmente e inchiodate sullo spessore dei fianchi. Anche i cassetti venivano per lo più assemblati con chiodi di ferro.
A quel tempo, non c’era domanda di legname come oggi e gli alberi avevano così la possibilità di crescere tanto che il loro tronco arrivava a superare facilmente il metro di diametro: ciò consentiva di tagliare assi molto larghe da impiegare nella costruzione dei mobili. Il legno poi, attraverso questa lunga crescita, veniva ad assumere un colore uniforme, molto scuro e di una dolce tonalità rossastra.
Per lavorare il legno l'ebanista utilizzava la sega, i cui segni irregolari e profondi sulla superficie del legno, nelle parti a vista, erano eliminati con lo sgrossino, una sorta di pialla con la lama a mezzaluna, e carteggiati con un pezzo di vetro. Forme particolari erano realizzate con il tornio a pedale ed altri attrezzi da intaglio.
Le tecniche decorative più usate erano l'intaglio, a mezzo rilievo o a tutto tondo, l'intarsio, pittorico con fiori, animali, e altre figure o alla certosina, di tipo geometrico, con tessere piuttosto spesse battute a secco o fissate con sottilissimi chiodini, la radicatura, con la radica tagliata in forti spessori per rivestire le superfici o creare piccoli pannelli e la doratura, ottenuta con foglia d'oro stesa su un fondo preparato in gesso.
L'opera era completata dalla lucidatura con cera d'api.
Il cassone per riporre gli abiti era generalmente costruito con tavole di noce, di quercia o di castagno spagnolo e, in ossequio all'antica Roma, assumeva spesso la forma del sarcofago.
I motivi della decorazione erano generalmente presi dall'architettura classica e dalla mitologia, con animali dipinti o intagliati. Col passar del tempo, la doratura e la pittura sofisticata cedette il posto agli eleganti pannelli scolpiti in altorilievo.
Nel Cinquecento nelle case italiane più ricche gli sgabelli e le panche sono sostituiti dalle sedie, mentre i ripiani dei tavoli e i pannelli delle porte sono talvolta intarsiati con pietre pregiate e marmi.
Il tavolo diventa una struttura fissa con il tavolo detto fratino: lungo e stretto, sempre in legno di noce tagliato a grande spessore, è sostenuto da grossi pilastri a sezione quadrata, mentre una traversa di legno lo percorre nel senso della lunghezza a fare da poggiapiedi. Solo verso la fine del Cinquecento comincia ad apparire il tavolo a quattro gambe.
I letti restano delle semplici strutture lignee celate da belle stoffe, anche se non mancano letti più complessi con colonne d'angolo scolpite. Il letto rinascimentale è in genere singolo, a una piazza e mezzo, e il materasso è sostenuto da assi che poggiano su due listelli inchiodati a dei longheroni laterali oppure ad un reticolo di corde incrociate.
I motivi ornamentali, che nel Quattrocento si rifanno al Classicismo, nel Cinquecento diventano elaborati e confusi. Se nell'Italia Settentrionale permangono ancora certe forme del gotico fiorito, a Napoli e in Sicilia diventano prevalenti le influenze moresche.
Lo Stile rinascimentale italiano diventa così importante e influente da diffondersi rapidamente anche in Francia dove, assumendo verso la fine del Cinquecento caratteristiche proprie, prende il nome di stile Renaissance.
Seicento
Nel Seicento si impone in Francia il Barocco con lo stile Luigi XIII caratterizzato dall'esuberanza dell'ornato e dalla ricerca del particolare decorativo nuovo e fantastico che stimola l'impiego di materiali pregiati.
Di dimensioni imponenti, il mobilio barocco abbandona gradualmente la linea retta per quella curva e spezzata e, rispetto al secolo precedente, si differenzia per una sensibile riduzione degli spessori del legno e per una maggiore precisione nell'assemblaggio dei vari elementi. La maggior parte degli incastri è ancora fermata da spine troncoconiche, ma si va diffondendo l'utilizzo della colla per rendere il tutto più saldo. Si usano sempre i chiodi a sezione quadrata, la loro testa, però diventa più esile e piatta ed i chiodi sono piantati alla traditora (trasversalmente), con la punta che fuoriesce dal legno per essere in un secondo tempo ribattuta, in modo da aumentare la resistenza. Nel Seicento si accentua l’enfasi decorativa del tardo Rinascimento e del Manierismo: prevale l'elemento tornito e la pesante cornice mentre si fa grande uso di impiallacciature e tarsie. La grande diffusione del libro a stampa ha fatto sì che le librerie entrassero nell'arredo domestico così come il divano, prima di allora sconosciuto. Forme curve e ricchissimi ornamenti, largo impiego della scultura e di materiali preziosi (oro, argento, lacca e avorio) nella decorazione.
Assai diffusi sono anche i legni dorati, mentre pannelli con pietre dure e applicazioni di bronzo dorato si utilizzano per gli armadi, che spesso diventano vere opere d'arte con marmi preziosi dipinti. Compare in questo periodo il primo scrittoio con piano liscio e cassetti collocati a mo’ di fregi oppure sovrapposti ai due estremi del mobile e si diffonde la decorazione a tornio per le gambe di tavoli e sedie. Si comincia a fare una netta distinzione tra sedie e poltrone: gli schienali delle sedie sono di solito bassi, tranne che in quelle di rappresentanza, ed al posto di sedili di legno da coprire con cuscini prende piede l'imbottitura. In Italia le forme a volute e le superfici ondulate si diffondono nei mobili dell'area romana, l'uso di formelle intagliate in Piemonte, l'intaglio esuberante in Veneto e Liguria. Nella decorazione del mobilio barocco italiano sono molti i motivi che richiamano l'acqua: tritoni, conchiglie, cavallucci marini in particolare nei mobili veneziani.
Nella seconda metà del Seicento con lo stile Luigi XIV la produzione francese di mobili assume una propria identità e omogeneità stilistica. Il mobilio diventa un vero e proprio monumento allo sfarzo, gli arredi sono riccamente decorati e scolpiti, la tecnica dell’intarsio si fa sempre più raffinata. La tecnica della costruzione diventa più precisa, si avvale di incastri realizzati con estrema cura, si fa abbondante l'uso della colla tanto da rendere quasi superflue le spine che, quando sono impiegate, assumono una forma cilindrica e non più troncoconica. Anche i chiodi hanno ora la testa rotonda e la gamba a sezione circolare. Insieme alle tecniche gli attrezzi impiegati nella lavorazione, sostanzialmente invariati, diventano più precisi ed evoluti: compaiono strumenti per le rifiniture come il pialletto a lama dritta per livellare i piani, il voltino una sega a lama stretta per sagomare le parti curve, la fustella per ritagliare gli intarsi geometrici e il seghetto da traforo per gli intarsi più complessi. Maggior cura è dedicata alla levigatura e per la lucidatura comincia a diffondersi l'uso della gommalacca, una resina diluita in alcool, che viene completata ancora con un'inceratura a base di cera d'api.
La scelta dei legni si fa più ricca e variata, anche se il più diffuso resta ancora il massello di noce, e cominciano a comparire tecniche di lavorazione nuove come la placcatura (rivestimento di placche di legni pregiati), l'incrostazione (tarsie con materiali diversi dal legno, come avorio, madreperla e metallo) e la marqueterie.
Il cassone (commode) diventa il più diffuso contenitore per la biancheria, anche se continuano ad essere costruiti alti guardaroba (armoires). I mobili per sedersi diventano sempre più raffinati: i sedili sono ampi, con i braccioli pesantemente intagliati tanto da riuscire scomodi, mentre si diffonde l'uso delle cinghie per sostenere l'imbottitura della sedia, cinghie che vanno a sostituire il sistema più rigido di assi inchiodate alle fasce. E’ ideata una poltrona particolare, detta canapè, nella quale possono trovare posto due o tre persone.
Compare nell'arredo della camera da letto il comodino, un piccolo cassettone dotato di tre o quattro cassetti, utilizzato sia come contenitore che come piano d'appoggio. Fa la sua apparizione anche la consolle, un tavolo da muro, con funzione quasi esclusivamente ornamentale. I tavoli in voga hanno gambe, traverse e fasce molto lavorate. I materiali più impiegati sono, oltre al legno, il marmo e il bronzo. Attraverso combinazioni di materiali diversi come ebano, tartaruga, ottone, peltro e madreperla si ottengono delle immagini di eccezionale valore decorativo. Un motivo molto diffuso è costituito dalle “singeries”, scene che raffigurano scimmie nell'atto di imitare gesti umani. Proprio in questo periodo compare in Francia la lacca, un nuovo materiale importato dall'Estremo Oriente, che sarà largamente utilizzato nel secolo successivo.
Settecento
In Francia lo stile Reggenza è il periodo della storia del mobile che va dall'inizio del secolo fino al 1730 ed indica il passaggio dallo stile Luigi XIV al Luigi XV: stile di transizione che manca di una fisionomia facilmente individuabile dove curve e controcurve vanno perfettamente d'accordo con angoli e linee rette, la stilizzazione delle decorazioni fa un costante riferimento alla natura.
In Inghilterra questa espressione assume le caratteristiche tipiche dello stile Queen Anne caratterizzato da comodità e decorazione discreta che però si esaurisce in brevissimo tempo.
Dal 1740 si diffonde in tutta Europa il gusto rococò, vero trionfo della fantasia e dell'assoluta libertà espressiva, che, in alcuni casi, si traduce in veri e propri stili nazionali.
È quanto avviene in Francia con lo stile Luigi XV che presenta precise caratteristiche formali: asimmetria, deformazione, movimento e naturalismo. È in questo periodo che si realizza una grande quantità di mobili, spesso legati ad una sola funzione e di piccole dimensioni. Si viene così a sviluppare una tipologia molto ampia.
Perfetta sintesi di forma e decorazione, lo stile Luigi XV affida al disegno anche la scelta dei legni che sono tagliati e accostati in modo da esaltare, con giochi cromatici ed effetti di chiaroscuro, lo schema compositivo. Diventano di gran moda i pannelli lastronati, laccati, e variamente colorati.
La tecnica utilizza gli stessi arnesi del secolo precedente, anche se gli strumenti da intaglio diventano più numerosi e dotati di lame più sottili e affilate per realizzare rilievi più decisi e netti. Si sviluppa la tendenza a nascondere gli aspetti costruttivi; i chiodi, a testa rettangolare, sono forgiati in varie misure per adattarsi alle varie parti del mobile; gli incastri sono a coda di rondine e lo spessore dei legni si assottiglia.
Le poltrone hanno le gambe ricurve, perdono le traverse e le imbottiture, diventano molto comode. Assai diffusi sono gli intagli floreali, le borchie e le serrature hanno linee floreali e asimmetriche. Il mobile contenitore più importante in questo periodo è costituito dal cassettone che può avere di tre cassetti con gambe corte oppure con due o quattro cassetti disposti su due file e con gambe lunghe. Una variante è costituita dalla cantoniera. Gli scrittoi hanno una larga diffusione, in particolare quelli del tipo a ribalta.
In questo periodo in cui il mobile nascono la pettineuse ed il tavolo da gioco. La pettineuse ha l'aspetto di una piccola scrivania con finti cassetti e l'accesso agli scomparti per i cosmetici avviene dall'alto tramite tre anime, quella centrale è costituita da uno specchio incernierato che può assumere varie posizioni. Il tavolo da gioco, simile per forma e decorazione alla consolle, si sviluppa in vari modelli, incernierati, a fisarmonica, a telescopio e a cassetto.
In Inghilterra tra il 1760 e il 1790 domina lo stile di Thomas Chippendale, che unisce elementi rococò, gotici e cinesi. Tipico dei mobili Chippendale è l'impiego del mogano importato da Cuba e decorato con fini intarsi, motivi di urne, grappoli di bacche, teste leonine.
In Italia il Rococò, detto anche barocchetto, si afferma in ritardo e si ispira decisamente al Luigi XV. A Venezia, il mobile laccato: il colore, a tempera, viene steso su una preparazione in gesso e fissato con la sandracca, una resina trasparente che col tempo si ossida assumendo una tonalità giallastra. Si afferma anche il nero di Cina, una varietà di laccatura d'ispirazione orientale, realizzata anche nei toni del rosso, che propone temi e soggetti esotici nei motivi decorativi.
Dopo un breve periodo, detto “di Transizione”, nell'ultimo quarto del’700 si risveglia l'interesse per l'arte classica greca e romana conseguente soprattutto ai ritrovamenti venuti alla luce durante gli scavi di Pompei ed Ercolano.
Lo stile Neoclassico in Francia assume le forme dello stile Luigi XVI. La linea è retta, diminuiscono gli elementi decorativi i quali prendono direttamente spunto dalle figure e scene antiche, i pannelli sono laccati in genere di nero e oro, le impiallacciature lisce e ricorso al bianco. Per ornare le superfici dei mobili si fa largo ricorso alla lastronatura ed alla tecnica dell'intarsio, minuziosi mosaici in cui le tessere sono disposte all'interno del disegno con venatura diversa in modo da creare giochi di luce ed effetti di chiaroscuro. Si utilizza quindi un’ampia varietà di legni (fino a cento qualità diverse) ed i valori pittorici creati sono esaltati dalla lucidatura a spirito, una soluzione di gommalacca in alcool che viene passata con un tampone fino a dieci mani successive, in modo da ottenere una lucidatura quasi a specchio.
Gli spessori dei legni, sia per la struttura che per i lastroni, diventano sempre più ridotti; gli elementi del mobile sono uniti con chiodi lunghi e sottili e con incastri, la tenuta è assicurata dall'uso di una colla molto resistente. Molta cura nella lavorazione è dedicata alla levigatura per la quale ora si può disporre della carta vetrata (nuovo strumento abrasivo ottenuto facendo aderire, tramite collante, delle sabbie di grana diversa su fogli di cartoncino).
Sotto l'influsso inglese diventano di moda le impiallacciature in mogano che vanno a sostituire in molti mobili gli intarsi più minuti e fantasiosi. Le gambe dei mobili riassumono le forme diritte, sottolineate da scanalature o spirali ascendenti, sono applicati bronzi dorati in liste o rettangoli.
Il mobile del periodo è il secrétaire, dotato di vari cassetti, antine, vani segreti e un calatoio utilizzato come piano d’appoggio per scrivere. Sul finire del secolo si sviluppa lo stile Direttorio che si ricollega ad un classicismo più accademico e più teatrale.
In Italia il Neoclassicismo si avvicina di più allo stile dell'età imperiale che a quello greco-romano e si distingue per un’imponenza senza troppi orpelli. A Firenze si comincia ad usare come materiale più economico per i ripiani dei tavoli una pasta di marmo, la scagliola; a Milano Giuseppe Maggiolini (1738 – 1814), uno dei migliori ebanisti intarsiatori di questo periodo, applica alle sue produzioni, di un delicato e misurato classicismo e rigorosamente rettangolari, un’impiallacciatura minuziosa e finissima.
Ottocento
Con l'avvento dell'impero napoleonico (1804) si afferma lo stile Impero. In questo periodo la produzione di mobili viene ad assumere un doppio carattere: per la corte, con grande abbondanza e varietà delle decorazioni, e per l'alta borghesia, con il ricorso ad una maggiore semplicità. Lo stile Impero mira a richiamare la grandezza dell'antichità greca e romana e la ricchezza della decorazione egizia, con sfingi e leoni alati che prendevano spunto dalle campagne di Napoleone in Egitto.
I legni più utilizzati sono il mogano e il palissandro, abbastanza diffusi anche il legno seta e il bronzo dorato. I lastroni sono ormai ridotti a circa un millimetro di spessore e l’ottone è adoperato come elemento di contrasto per intarsi, maniglie, piedi.
Questo stile si diffonde anche in Italia fino al 1830 e negli altri paesi d'Europa, dapprima sull'imitazione francese poi elaborando alcune forme autonome. Tale procedimento è più accentuato in Austria dove, dopo avere accettato lo stile Impero alla tedesca (detto Zopfstil), si stempera il tutto in uno stile che preannuncia il Biedermeier.
In Inghilterra, invece, prevale lo stile Regency che durerà fino al 1825 le cui forme più raffinate si possono trovare nei mobili più semplici destinati al ceto medio e all'aristocrazia.
Con l’affermazione della borghesia i mobili sono pensati per una maggiore praticità. Si affermano lo stile Carlo X, caratterizzato dall'uso prevalente di legni chiari con leggere tarsie scure, e il Luigi Filippo, che riprende elementi del passato uniti a motivi romantici. Mentre in Italia lo stile Impero si semplifica seguendo l'esempio francese, in Inghilterra il Regency si trasforma lentamente nello stile Vittoriano, che riprende i motivi degli stilemi del passato e sviluppa l'uso di metalli, in particolare il ferro, nella costruzione di letti e mobili da giardino.
In Austria si sviluppa uno stile autonomo, il Biedermeier, caratterizzato da un’estrema semplicità e funzionalità, che si diffonde in breve tempo nell'Europa del nord, raggiungendo anche la Russia.
Nella seconda metà dell'Ottocento si ha un ritorno agli stilemi seicenteschi e settecenteschi. Anche la scelta dei materiali diventa eterogenea oltre al legno, nella fabbricazione dei mobili viene utilizzato il papier- maché e la ghisa. Nei sedili si usa molto l'imbottitura, i salotti e le sale da pranzo vengono come soffocate da pesanti tendaggi. In Francia, attraverso una rielaborazione dei motivi rinascimentali e barocchi, si arriva allo stile Napoleone III, caratterizzato dalla prevalenza del colore nero e dalle imbottiture.
L'Italia segue il paese d'oltralpe rifacendosi ai modelli del Rinascimento toscano e del Barocco romano, mentre in Inghilterra si ha una ripresa dello stile Queen Anne.
Nell'area di lingua tedesca diventa predominante la figura del Thonet, che sviluppa in modo innovativo il sedile moderno, ispirato ai canoni di praticità, resistenza e leggerezza.
Negli ultimi anni dell'Ottocento prende velocemente piede lo stile chiamato Art Nouveau, che assume caratterizzazioni diverse nelle varie nazioni. In Francia le linee derivano dal mondo vegetale e la decorazione diventa un simbolo della struttura. Caratteristica di questo stile è il ricorso alle linee sottili, alla decorazione ondulata e ad una languida eleganza. La moda dell'epoca richiede il ricorso a disegni astratti, basati su intrecci di linee, e le decorazioni dipinte rappresentano spesso figure umane danzanti, nude o avvolte in vaporosi tessuti.
In Inghilterra il movimento prende il nome di Liberty, in Belgio di Modern Style, in Austria e Germania assume connotati più geometrici. In Italia lo stile detto Floreale prende ispirazione dalle tendenze francesi e austriache.
Novecento
Con l'inizio del nuovo secolo si affermano le avanguardie stilistiche in una ricerca di nuovi indirizzi. In Francia si diffonde lo stile Art Déco con mobili essenziali, rigidi e colorati. Si ripropongono le vecchie tecniche di decorazione, come la lacca, il cuoio inciso e colorato, nascono nuove impiallacciature con lo zigrino e il vetro che vanno a rivestire le superfici lignee. Le forme dei mobili diventano stilizzate, geometriche e monumentali. Si affermano tre nuovi tipi di mobili: l'armadietto da cocktail, il mobile per la radio e per il grammofono. In Germania il razionalismo dei modelli disegnati da Le Corbusier, che realizza un’estrema semplificazione nei suoi mobili non concedendo nulla alla decorazione, si trasforma nel nuovo mobilio in tubi di acciaio che sopravvive fino ai giorni nostri. L'Italia sviluppa una produzione indipendente che trova la sua massima espressione nella figura di Giò Ponti.
Nel secondo dopoguerra la produzione del mobilio vede emergere, oltre al gusto tipicamente scandinavo, il design italiano che negli anni Cinquanta presenta figure decisamente all'avanguardia come Ponti, Mollino e Castiglioni. In seguito i gruppi d'avanguardia Neo-Liberty, Pop-art e Post-Modern, svilupperanno ricerche formali per arrivare a mobili sempre nuovi e diversi.